Nel 1953 il fisico Enrico Fermi, che è stato studente alla Scuola Normale di Pisa e che ha ancora molti legami con il gruppo di fisici della città, scrive ad Enrico Avanzi, rettore dell’Università di Pisa, per caldeggiare la costruzione di una macchina calcolatrice d’avanguardia: uno strumento necessario per gli scienziati che effettuano le proprie ricerche in città.
Tra il 1955 e il 1958 prende vita il progetto della CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana): prima realizzata come “macchina ridotta” (un prototipo che doveva servire da test) e infine, il 13 novembre 1961, inaugurata nella sua forma definitiva dal Presidente della Repubblica Gronchi.
Contemporaneamente nel laboratorio della Olivetti a Pisa prende corpo la prima macchina calcolatrice ad uso commerciale (Elea 9001), nata anche dal fertile scambio con il CSCE (Centro Studio Calcolatrici Elettroniche) che stava realizzando la CEP. Pisa è il cuore della ricerca sulle macchine di calcolo in Italia.
Il Ministero della Difesa americano lancia DARPA (Defence Advanced Research Projects Agency), un progetto di finanziamento al mondo universitario per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche di difesa. Il Governo americano cerca così di rispondere al lancio del satellite Sputnik I, effettuata dai russi alla fine del 1957, e alla paura che l’URSS compia un balzo in avanti decisivo nella scoperta di nuove tecnologie belliche.
Tra le prime attività di ricerca finanziate da ARPA, quella dedicata alla messa in rete dei calcolatori elettronici, di vitale importanza per lo scambio d’informazioni tra i centri di ricerca americani e molto utile anche in caso di guerra.
Il progetto prende il nome di ARPANET.
Il 5 luglio viene firmata una convenzione tra IBM Italia e l’Università di Pisa e nasce il CNUCE, il Centro Nazionale Universitario per il Calcolo Elettronico. La sua sede sarà in Via Santa Maria, a pochi passi dalla Torre, a fianco del palazzo che ospitava la CEP e di fronte alla sede del Centro Scientifico IBM.
Guarda la galleryL’Università di Pisa attiva il primo corso di laurea in Scienze dell’informazione d’Italia, collegata proprio all’esperienza del CSCE e del CNUCE, che di fatto ne diventa il laboratorio sperimentale.
Guarda la gallery29 ottobre: è il giorno in cui, per la prima volta nella storia, due calcolatori trasmettono tra loro il primo messaggio: uno si trova nel laboratorio di Leonard Kleinrock alla UCLA (Los Angeles), mentre l’altro è all’interno dello Stanford Research Institute di Palo Alto (San Francisco). Entro la fine dell’anno, visto il successo del progetto, la rete verrà subito estesa ad altri due calcolatori, uno dell’Università di Santa Barbara e l’altro di quella dello Utah. Nel marzo del 1970 la rete attraverserà l’America per collegare anche la East Coast. Entro il 1971 saranno 13 i computer collegati, 46 entro il 1976, 213 alla fine del 1981.
Guarda la galleryTra il 1973 e il 1974 due ricercatori del CNUCE e due del Centro Scientifico IBM di Pisa si trasferiscono per qualche mese presso la IBM a Cambridge (Massachussets, USA), per studiare le reti americane e le architetture di scambio di dati tra computer. Negli stessi mesi Robert Kahn e Vinton Cerf mettono a punto il protocollo TCP/IP, cioè strutturano la modalità di trasferimento “a pacchetto” dei dati: è il protocollo di rete su cui ancora oggi si basa Internet, ma che impiegherà quasi 10 anni ad affermarsi come standard.
Guarda la galleryIl CNUCE diventa CNR. Alessandro Faedo, ex direttore del CNUCE e ora Presidente del CNR, si adopera perché il Centro diventi un Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La convenzione, che viene firmata da Faedo e dal Rettore Palazzolo, prevede che il nuovo Istituto mantenga i rapporti con IBM già stabiliti dall’Università e che si impegni a “compiere studi, ricerche e progetti nell’abito dell’informatica applicata e dell’elaborazione dati”, oltre a fornire il supporto all’attività didattica dell’Università.
Guarda la galleryA partire dal 1974 CNUCE e IBM Pisa partecipano al progetto REEL (Rete di Elaboratori), da cui nasce RPCNet (REEL Project Computer Network): un esperimento di collegamento di rete tra computer tra i laboratori CNR di Torino, Milano, Pisa, Firenze, Roma e Frascati, più due sedi extra CNR, il laboratorio INFN di San Piero a Grado e il CED dell’Università di Palermo. RPCNet utilizza la commutazione di pacchetto, lo stesso modello di architettura di rete di Arpanet: rende possibile anche l’invio di files e messaggi di posta. Il 22 ottobre 1976 i ricercatori del CNUCE presentano il progetto in una conferenza stampa a Venezia: RPCNet è la prima rete nazionale a commutazione di pacchetto interamente sviluppata in Italia e la sua progettazione ha contribuito a far maturare all’interno del CNUCE le più alte competenze sulla tecnologia delle reti.
Guarda la galleryParte in Europa il Progetto STELLA (Satellite Transmission Experiment Linking Laboratories), il primo tentativo al di qua dell’oceano di realizzare una rete a pacchetto via satellite. L’esperimento prende vita (e finanziamenti) dal CERN di Ginevra e dalla necessità per i fisici che studiano le particelle elementari di condividere rapidamente con altri laboratori europei la grande quantità di dati generati dalle loro ricerche.
I laboratori messi in rete da STELLA sono il CERN, l’INFN di Pisa e Frascati, Rutherford in Inghilterra, Desy in Germania, lo University College a Dublino e la Technical University di Graz. Il CNUCE, forte della sua leadership nell’esperienza con le architetture di rete, è coinvolto dall’INFN per progettare tutti gli aspetti tecnici del network.
Nell’ottobre 1983, a Pisa, verranno presentati i risultati del progetto alla comunità scientifica, con un collegamento “in diretta” durante un esperimento al CERN.
Guarda la galleryIl CNUCE contatta Robert Kahn per chiedere ufficialmente che Pisa possa diventare un nodo di Arpanet. Si avviano i lavori per preparare la piattaforma hardware e software, disegnata insieme allo stesso Kahn. Ci vorranno 5 anni per portare a compimento l’impresa, tra ricerche, difficoltà burocratiche ed evoluzioni tecniche. Lo stesso Kahn aiuterà il CNUCE a dotarsi dell’innovativo butterfly gateway, il router necessario al collegamento, che verrà donato al CNR direttamente dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Guarda la galleryIl CNUCE decide di varare il Progetto OSIRIDE, un esperimento di collegamento in rete tra i centri di calcolo del CNR e quelli delle Università italiane che adotti le architetture e i protocolli OSI, lo standard internazionale per le connessioni di rete che RPCNet non utilizzava ancora (uno standard parallelo al TCP/IP di Kahn e Cerf). È un altro passo nell’esperienza di gestione di reti che i ricercatori del CNUCE stanno portando avanti: ciascuno di questi progetti e delle competenze che generano sarà fondamentale per rendere Pisa la scelta migliore per “accendere” il primo nodo italiano di Internet.
Gli esperimenti sullo standard OSI verranno interrotti dopo il 1986, quando apparirà ormai chiaro che il TCP/IP, nel frattempo diventato lo standard di protocollo di Arpanet, ha preso il sopravvento e che Internet è il futuro più probabile delle connessioni di rete.
Il CNUCE si collega anche a EARN (European Academic Research Network), un sistema di connessione di rete per il trasferimento di file. In verità EARN ha una architettura molto meno sofisticata rispetto agli altri esperimenti che i ricercatori del CNUCE stavano portando avanti, ma è importante per tre fattori: aggiunge un altro tassello alle competenze del gruppo di lavoro, afferma il CNUCE come coordinatore nazionale del progetto ma soprattutto, a livello culturale, fa comprendere l’importanza delle connessioni di rete anche agli accademici italiani non specialisti del settore. EARN verrà utilizzata anche dagli umanisti, contribuendo a far percepire le reti tra computer non più solo come un “gioco” per informatici, ma come uno strumento fondamentale per tutti gli studiosi.
Guarda la gallery30 aprile. “Ping” “OK”: in poco più di un secondo il collegamento a 64kb tra la sede del CNUCE, a Pisa, e quella di Telespazio, al Fucino, rimbalzato attraverso l’antenna verso il satellite Intelsat V e da lì a Roaring Creek, Pennsylvania, produce questo semplice scambio. È il segnale della connessione stabilita con Arpanet, la prima in Italia, la quarta in Europa, dopo Inghilterra, Norvegia e Germania. Lo spazio di pochi attimi che in realtà rappresentano il coronamento di più di 10 anni di attività da parte del CNUCE per affinare la propria competenza sui sistemi di networking tra i computer. Da quell’istante Pisa e l’Italia saranno collegate alla rete Arpanet, e quel primo nodo sarà seguito nell’arco di pochi anni dalle molte altre connessioni dei pionieri che hanno scritto la storia di Internet in Italia.
Guarda la galleryLo SRI – NIC (Network Information Center) assegna al CNUCE di Pisa la gestione degli indirizzi del ccTLD.it, l’albero dei domini italiani. La prima richiesta italiana era partita in realtà dall’Università di Genova, mentre quella pisana era arrivata qualche giorno dopo. Dagli Stati Uniti viene richiesto ai ricercatori italiani di accordarsi e alla fine il ruolo viene assegnato al CNUCE proprio per l’esperienza e per le competenze maturate nell’esperienza del collegamento alla rete Arpanet, l’anno precedente.
Nasce cnuce.cnr.it, il primo nome a dominio della Rete italiana.
Il CNUCE, forte della sua esperienza in materia, è tra i soggetti che alla fine degli anni ’80 danno vita al GARR (Gruppo per l’Armonizzazione delle Reti della Ricerca), che ancora oggi, sotto il nome di Consortium GARR (formato da CRUI, CNR, ENEA e INFN con il patrocinio del MIUR) fornisce connettività ad altissime prestazioni e servizi avanzati alla comunità di ricerca e accademica italiana.
Guarda la galleryIl CNUCE si scioglie, dando vita allo IAT (Istituto per le Applicazioni Telematiche), che poi diverrà IIT (Istituto di Informatica e Telematica), e a parte dell’ISTI (Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Informazione). All’interno di questi istituti CNR continua la ricerca sulle reti e sull’Internet del futuro.
Guarda la galleryTrenta anni fa, il 30 aprile 1986, i ricercatori e tecnici del CNUCE di Pisa per primi collegarono un computer sul territorio italiano alla rete Arpanet, il nucleo inziale di Internet. Quel giorno si coronarono gli sforzi di lunghi anni di studio e sperimentazione sulle reti tra computer e sui collegamenti da satellite: una somma di competenze che permise all’Italia di essere la quarta nazione europea a collegarsi alla rete americana, dopo Gran Bretagna, Norvegia e Germania.
Proprio grazie a questa esperienza al CNUCE nel 1987 fu assegnata la gestione del Registro dei nomi a dominio del ccTLD italiano, il .it, che ancora oggi è un servizio erogato dall’Istituto di Informatica e Telematica del CNR di Pisa.
“Insomma, facciamo un Internet Day il 29 aprile: per celebrare tutti assieme il senso della rivoluzione che è iniziata 30 anni fa e per prendere l’impegno di colmare il divario digitale nei prossimi quattro anni.”
Con questo appello il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha lanciato le celebrazioni dell’Italian Internet Day: una giornata per ricordare i pionieri che nel 1986 dal CNUCE di Pisa collegarono l’Italia a Internet e per guardare al futuro, alle nuove infrastrutture della banda ultralarga, alla ricerca e l’innovazione nell’ICT, alle competenze digitali nelle scuole e nelle imprese, ai servizi digitali della pubblica amministrazione.
Internet Festival 2016 si svolgerà dal 6 al 9 ottobre a Pisa. Il Registro .it, fondatore dell’evento insieme a Regione Toscana, Comune di Pisa, Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Sant’Anna e Camera di Commercio, presenterà all’interno del programma 2016 del Festival una serie di eventi legati ai festeggiamenti per i trenta anni della Rete italiana.
Il programma del Festival sarà presentato a settembre 2016.
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